martedì 29 aprile 2008

Alitalia: chi compra cosa?

Che l'Unione europea non susciti grandi simpatie tra i politici italiani è cosa nota, dovuta probabilmente all'ignoranza delle regole che ne disciplinano l'operato. Ed oggi il buon Silvio ci ha fornito un caso di scuola: minacciare (avete letto bene, minacciare) di far acquistare l'Alitalia dal gruppo Ferrovie dello Stato. L'ipotesi è economicamente bislacca, ma per altri versi esilarante. L'Alitalia infatti è una società controllata dal Ministero dell'Economia e delle finanze quindi pubblica da questo punto di vista.
Nell'ambito dell'Unione europea vi è anche un'altra nozione che molto spesso, soprattutto se di mezzo ci sono i conti pubblici, fa capolino: quella di società market. Una società (tecnicamente una unità istituzionale) è considerata operare in regime di mercato se colloca i propri prodotti o servizi a prezzi economicamente significativi. Il prezzo è economicamente significativo se sue variazioni sono in grado di influenzare la domanda di mercato. In pratica, se la società riesce a coprire tramite ricavi di mercato almeno il 50% dei costi operativi è considerata un operatore di mercato e quindi non va ricompresa tra le Amministrazioni pubbliche. I pratici della questione, quindi, semplificano dicendo che le unità istituzionali o sono pubbliche (amministrazioni) o sono private. Da questo punto di vista l'Alitalia è privata in quanto opera applicando tariffe di mercato.
Evidentemente il nostro ha confuso i due piani: quello della governance societaria da un lato e quello della classificazione statistica dall'altro. Altrimenti non avrebbe senso dichiarare di voler acquistare una cosa che già fa parte del tuo patrimonio disponibile.
Va detto anche che l'Unione europea non avrebbe criticato un qualsiasi trasferimento di denaro all'Alitalia, ma solo quella parte corrisposta a prescindere da una corretta valutazione economico-finanziaria. Vuol dire che se immetti denaro fresco in una società decotta e senza prospettive di rilancio in realtà non stai facendo un investimento, ma stai foraggiando dipendenti, fornitori e tutti quelli che hanno avuto rapporti finanziari con la società beneficiata dal trattamento di favore. E' un po' l'analisi che farebbe un buon padre di famiglia: non investire in una impresa votata alla perdita. Che un atteggiamento di buon senso e che indirettamente tutela il contribuente possa essere stato oggetto di critiche veementi da parte del centro-destra è un segnale che non fa ben sperare.
Infine due ultimi aspetti. L'Unione europea non può ostacolare l'operazione, quindi la capacità di manovra dell'esecutivo non è messa in discussione o sminuita. Infine, nella peggiore delle ipotesi se alla fine di una lunga e complessa istruttoria il nostro paese dovesse essere riconosciuto colpevole di aver elargito aiuti di Stato sarà condannato a pagare una multa. Altri Stati europei, da tempo, finanziano alcune attività ritenute strategiche che però non presentano condizioni di economicità. Lo fanno con fermezza, senza polemizare con l'Unione, pagando una multa. Il giusto prezzo per conseguire contemporaneamente due obiettivi: mantenere la parola data coi trattati e favorire lo sviluppo di alcuni settori della propria economia. Ma noi, da veri provinciali, lo ignoriamo e proviamo l'ebbrezza della sfida che nasce dal gesto bello, roboante, ma fine a se stesso.

2 commenti:

Azimut72 ha detto...

L'Alitalia va fatta fallire.

L'unica cosa che lo impedisce è l'incapacità della classe politica di affrontare le necessarie tensioni sociali che ne deriverebbero....insomma, si cagano sotto (Berlusconi o Veltroni che siano...).

Mi vengono in mente gli scioperi ad oltranza dei minatori gallesi negli anni '80.
In quel caso però, c'era una donna con i coglioni a tener testa.

In Italia, solo buffoni, intrallazzatori e quaquaraquà.

W l'Italia!!

Anonimo ha detto...

Scusate, ma se io devo vendere una mia casa malridotta (e che in ben pochi vogliono) che faccio? Il poco intelligente (Prodi e TPS) la vende a chi riesce a vederci un mezzo affare e da due soldi in croce.
Il furbo (Silvio) gli da una bella ripulita, magari la sistema, la ristruttura, ne valorizza gli aspetti interessanti -la posizione, l'architettura, ecc- ed allarga così la platea dei possibili acquirenti. Alla fine guadagnerà ben di più di quanto avrà speso per renderla appetibile!
E' questo semplice modo di operare da buon padre di famiglia che non riuscite a capire....
Lele