lunedì 7 aprile 2008

Fucili caricati a balle

L'uscita del buon Umberto a proposito dei fucili da rispolverare se la scheda elettorale non dovesse essere emendata è davvero entusiasmante. Bhè, certo, se questo fosse un paese serio e se la parola dei politici, al pari di quella dei galantuomini, valesse tanto quanto un contratto l'aggettivo più appropriato sarebbe preoccupante e non entusiasmante. Ma dobbiamo fare i conti con la nostra vera natura e quindi oltre a fare quello che Veltroni ha fatto durante un comizio (interrogarsi retoricamente sulla possibile collocazione del buon Umberto al dicastero delle riforme istituzionali) è forse opportuno dedicare il nostro tempo produttivo a qualcos'altro.
Tuttavia una domanda (forse retorica) ci ronza per la testa. Ma come, il buon Umberto non ha proferito verbo quando le infrastrutture di cui il nord produttivo ha bisogno come dell'aria non venivano realizzate; non ha smosso nemmeno un plotone per la ventilata chiusura di Malpensa, opera che doveva essere un fiore all'occhiello per l'intero paese; non ha tuonato contro la pressione fiscale che drena risorse prodotte al nord tramite la concorrenza sui mercati per dirottarle al sud dove finiscono nella rete delle clientele inproduttive; non ha.....e potremmo continuare per due giorni e tre notti. Ma ha minacciato la sommossa armata per "l'ordine delle liste sulle schede elettorali". Per chi è abituato alle pagine rosa, l'ordine in cui si presentano gli articoli non è indifferente certo, ma da qui a farne un caso di stato ce ne corre. Comunque sia il buon Umberto ha calamitato su di se i riflettori della politica, sottraendoli ai concorrenti, ma non come fanno gli statisti, ma al pari degli ortolani che, per antica saggezza, sanno bene che anche le fragole di Terracina non si vendono se non attraverso urla poderose.
PS per Silvio: se va bene, sappiamo il nome del ministro delle riforme. Se va male, non tutto è perduto: almeno un nome nuovo per Zelig lo abbiamo.

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