domenica 6 aprile 2008

Tre menzogne per una campagna elettorale

La democrazia italiana è in pericolo. A cingerla d'assedio sono le menzogne con le quali si è annacquata la campagna elettorale. Abbiamo assistito alla maggiore operazione di disinformazione verificatasi nel mondo libero nel corso degli ultimi decenni.
La prima menzogna è quella che descrive i partiti, soprattutto quelli piccoli, come una delle cause fondamentali dei problemi italiani. Non c'è stato nessuno che abbia fatto notare come la nostra Costituzione garantisca in capo ad ogni singolo cittadino il diritto di esprimere le proprie opinioni, di associarsi con altri cittadini per il perseguimento di fini legittimi, che come unico limite alla costituzione di partiti ponga il rispetto del metodo democratico. Non c'è stato nessuno dei commentatori avvezzi a propinarci ovvietà illuminate che abbia voluto sottolineare il fatto che in una democrazia rappresentativa se i cittadini partecipano in prima persona alla vita democratica è un buon segno per la democrazia stessa, vuol dire che le istituzioni repubblicane godono di buona salute e sono quindi in grado di assolvere i propri compiti in maniera efficace. E non c'è stato nessuno che abbia alzato la mano per far notare l'inesistenza stessa della questione. C'è, infatti, un meccanismo molto semplice per partire da una qualsiasi situazione partitica, anche molto frastagliata, ed arrivare ad un'assemblea legislativa con una maggioranza coesa ed autonoma. Non si tratta di alchimie medievali, ma di una legge elettorale compiutamente maggioritaria.
La seconda menzogna è stata quella dell'avvio di processi aggregativi sia a sinistra, col PD, sia a destra, col PDL. Sul versante di sinistra si è trattato della prosecuzione, con forme e toni leggermente differenti, del processo di egemonia che già il PCI avviò. Lo testimonia, tra l'altro, il fatto che nella fase costituente del PD non sia stata rappresentata la cultura e la tradizione socialista. Va dato atto al buon Boselli di aver sottolineato in maniera sagace il fatto che è difficile costituire un partito sinceramente democratico avendo seduti in prima fila alti prelati e autoproclamati capitani d'impresa. Sul versante di destra non si può dire se processo aggregativo ci sia stato davvero. FI non ha mai avuto una vita democratica interna. Nessun organo rappresentativo si è pronunciato. Dal predellino, il genio del leader ha creato un nuovo soggetto. Non ci stupisce che gli aennini siano ancor oggi affascinati dal mito del partito unico. Va rilevato che il PDL deve ringraziare personaggi improbabili se la sua credibilità non è scesa dallo 0,3 allo zero assoluto. Deve ringraziare una valletta che ha pensato bene di continuare a fare quello che l'ha resa nota senza cedere alle sirene della politica. Deve ringraziare il leader de La Destra, che rivendica con fierezza il diritto di dar voce ai propri ideali, se nella compagnia che va sotto la ragione sociale di popolo delle libertà non ci sono anche i tardi epigoni della scuola di Salò.
La terza menzogna è quella del voto utile. Nessuno si è preso la briga di specificare utile nei confronti di chi. Un voto a questo PD è un voto utile a Veltroni e alla classe dirigente di cui è esponente. Un voto che consentirebbe di trarre una nuova legittimazione. Un voto a questo PDL è un voto utile a Berlusconi, ai suoi interessi economici, alle sue mire politiche. Un voto utile ai delfini e ai vassalli. Ma non sarà, nell'uno e nell'altro caso, un voto utile per l'Italia e per i suoi cittadini. Troppo poco importanti gli impegni programmatici, troppo confusa l'idea che questi candidati hanno del paese reale, troppo scarsa la cultura e l'esperienza di cui possono farsi alfieri.
La prossima legislatura poggerà su queste basi. Nessuno si illuda che possa dare risposte concrete anche solo ad alcuni dei problemi del paese. La cosa peggiore che possa capitarci in sorte è che anche dopo la chiusura dei seggi si continui con questo gioco dei ruoli, che anche dopo il 15 aprile la politica non sappia far altro che propinare ai cittadini nuove e più colossali menzogne.

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