giovedì 10 aprile 2008

Centomila case per centomila plebei

Nel programma del PD si fa cenno al problema della casa, problema avvertito principalmente dai giovani, e si propone la costruzione di centomila alloggi da destinare a fasce sociali svantaggiate. Visto che il capitale privato va alla ricerca di una congrua remunerazione, pari almeno a quella che si otterrebbe attraverso impieghi alternativi di rischiosità analoga, è evidente che tale intervento, al di la dei proclami, richiederà un sostegno economico, parziale o totale, da parte del pubblico erario. Ma non è il profilo di spesa che ci preoccupa principalmente. Quel che delude è un'analisi carente del problema. In Italia non mancano alloggi in generale. Quanti paesi della fascia collinare appenninica ad esempio sono zeppi di alloggi che nessuno vuole acquistare, alloggi che nessuno affitta se non per scorci d'anno. Le case mancano nelle aree urbane, già densamente popolate e con una superficie sfruttata in maniera intensiva, maggiormente dinamiche. Dinamicità, economica ed in parte sociale, che rappresenta proprio la forza attrattrice di sempre nuove persone. Il problema della casa è divenuto più intenso a Roma proprio negli anni in cui la capitale ha esibito dei tassi di crescita dell'attività economica mediamente superiori a quelli del resto del paese. Ma va detto chiaramente che non ha senso costruire nuovi alveari in periferia, nuovi quartieri dormitorio dai quali e verso i quali i residenti affrontano quotidiani viaggi della speranza. Roma, che ambisce al ruolo di capitale europea, è una città con un sistema dei trasporti ridicolo. Non è pensabile lavorare in centro e risiedere a Guidonia, ad esempio, se non mettendo in conto quotidiani viaggi lunghi, scomodi e funestati da frequenti inconvenienti. In Inghilterra è possibile risiedere invece tra le verdi colline dello Yorkshire e raggiungere Londra in tempi umani. Se si vogliono aiutare i giovani è importante aumentare l'offerta di alloggi, ma non con politiche populiste degne dell'Italia in camicia nera, ma attraverso interventi strutturali che consentendo di espandere fortemente l'area nella quale è possibile risiedere senza incorrere in soverchi costi di spostamento, rendano automaticamente appetibili migliaia di alloggi, notate bene, già disponibili. Purtroppo in questo paese è più facile tirar fuori delle idee magari costosissime per le casse dello Stato, ma buone per uno slogan piuttosto che cercare di prendere il toro per le corna, fornendo una soluzione coerente e praticabile.

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