domenica 25 maggio 2008

Ordine pubblico uber alles?

La politica ambientale e quella energetica sono una cosa molto seria. Sono aspetti con i quali il nostro paese si gioca una fetta di credibilità e un'ampia parte del proprio futuro. Sono anche aspetti molto sensibili se si ha un'intera regione semi sommersa dai rifiuti ed un paese in continuo debito di energia. E badate bene, io non sono un esperto, ne sul piano teorico, ne sul versante applicato. E non posso nemmeno vantarmi di far parte di un governo unto dal voto popolare in maniera inequivoca. Però da cittadino e da liberale sento il bisogno di far emergere dei dubbi. In primo luogo, se esperti di rango mondiale come ad esempio Rubbia non hanno avuto modo di lavorare in questo paese, vuol dire che ci sono dei problemi non solo a livello territoriale, ma anche a livello centrale. Se, inoltre, miliardi di euro svaniscono nel nulla in Campania e nei campi affiorano barili di rifiuti tossici e radioattivi è difficile che tutto sia stato svolto alla chetichella da qualche malintenzionato. Forse il sistema politico ha scelto la via della connivenza. Questo tipo di questioni, vista la loro natura strategica, dovrebbe essere trattato dalle assemblee rappresentative: comunali, regionali, nazionali. Sarebbe bello vedere i principali uomini politici prendere parte al dibattito, conoscere le loro opinioni, ponderare le loro argomentazioni, valutare le loro proposte. In una democrazia dicono che si faccia così. Noi invece procediamo per decreto, senza dibattito, avallati dall'urgenza. Non solo, ma militarizziamo la questione, affidando all'esercito aspetti del vivere quotidiano che in tutti gli altri paesi sono affidati a semplici amministrazioni. Ora, al di la di tutte le questioni di forma, resta il fatto che i governi traggono legittimità dal consenso dei governati. Le immagini di questi giorni dimostrano che nelle zone di Chiaiano consenso non c'è n'è; ma non abbiamo invero nemmeno i meccanismi istituzionali per prevedere interventi compensativi. E la polizia che nella terra della camorra e delle ecomafie carica manifestanti inermi non è buon segno. Non è buon segno nemmeno un decreto della Repubblica che nascondendosi dietro l'urgenza consente al pubblico di fare, coperto dall'esercito, quello che per anni hanno fatto le ecomafie. Oggi in Campania, domani dove? Da liberale diffido e vivacemente protesto contro un modo di fare a base di decreti e stati d'assedio, soprattutto se la maggioranza che siede in parlamento è stata nominata da un solo padre nobile. Perchè vedete, se per avere strade senza rifiuti, treni in orario e qualche infrastruttura in più bisogna rinunciare alla dignità della democrazia forse è bene che ci si cominci a preoccupare per il futuro della nostra libertà.

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